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1.
Mi è capitato più di una volta di ripescare registrazioni di mie composizioni risalenti anche a decine di anni addietro e provare, con grande senso di frustrazione, di essermene completamente dimenticato ogni singola nota e dell’enorme quantità di tempo che ho dovuto spendere per poterle rimettere in sesto. È sicuramente il pegno che devo pagare per la mia pigrizia a trascrivere la musica su pentagramma, ( come quasi sempre mia moglie mi rimprovera ogni qualvolta compongo un nuovo brano), ma il fatto è che componendo molto spesso, anche un brano al giorno, oltre a mancarmi il tempo materiale a scrivere la musica, per diversi brani non ritengo nemmeno utile farlo non essendone completamente soddisfatto; salvo “riscoprirli” , magari dopo diversi anni , con le conseguenze nefaste di totale oblìo di cui ho detto prima.
Oltre a questo, il fatto che nuove composizioni continuano ad arrivare e contemporaneamente a sovraffollare il mio oramai vecchio e logoro hard disk (alias il mio cervello), ha reso improrogabile ed urgente una ricerca sul come rendere più efficiente la memorizzazione dei brani.
Dopo diversi studi ed interessanti letture ho potuto sperimentare la straordinaria efficacia che lo studio mentale può avere non solo ai fini della memorizzazione dei brani ma scoprendo anche inaspettati risvolti come per es. il miglioramento di tutto ciò che concerne la coordinazione motoria.
Innanzitutto vorrei dire che a mio parere questi “esercizi mentali” possono risultare molto soggettivi ed anche non facili da spiegare; ognuno dovrebbe trovare il miglior modo per riuscire ad interiorizzarli per trarne il massimo beneficio.
2.
Chuan C. Chang, tratta in diversi punti del suo libro “i fondamenti dello studio del pianoforte “,l’aspetto del “Suonare Mentalmente”, cioè il processo di immaginare la musica nella propria mente; Chang sostiene che questo processo controlla tutto ciò che facciamo in musica:
- dall’apprendimento alla memorizzazione,
- all’orecchio assoluto,
- alle esecuzioni in pubblico,
- al comporre,
- alla teoria della musica,
- all’interpretazione, eccetera.
Egli asserisce che l’unico modo per memorizzare bene è imparare a Suonare Mentalmente, ci parla della memoria di tastiera, che è quella che ricorda la sequenza dei tasti, dei movimenti delle mani e la musica. Ê come avere un pianoforte mentale e poterlo suonare. Dare avvio alla memoria di tastiera memorizzando prima a mani separate e poi a mani unite. La memoria fotografica è quella che consente di memorizzare l’intero spartito riproducendolo leggendolo mentalmente. La memoria musicale è quella che si basa sulla musica: melodia, ritmo, espressività, emozione, eccetera. Questo tipo di memoria funziona al meglio per il tipo di persona musicale ed artistica, che associa forti sensazioni alla musica. Andrà bene per chi ha l’orecchio assoluto perché si potranno trovare le note sul pianoforte dal ricordo della musica.
3.
Personalmente la memoria di tastiera è quella che uso maggiormente; un brano che ho memorizzato e che riesco a suonarlo a mente riproducendo tutti i movimenti e le note che le dita devono suonare, ho sperimentato che diventa davvero difficile dimenticarlo e le possibilità di sbagliare nota si riducono drasticamente con indubbi vantaggi per l’interpretazione che slegata da questi lacci invisibili, ne trae conseguentemente beneficio.
4.
Ora vorrei spendere qualche parola sui metodi che io uso per memorizzare in minor tempo un brano e quindi suonarlo mentalmente, fermo restando che come ho detto poco sopra sono metodi che ritengo soggettivi;
- Innanzitutto quando studio un nuovo brano inizio da piccoli frammenti, anche di una sola battuta, (dipende poi dalla difficoltà del passaggio) iniziando dapprima a mani separate senza esagerare però cercando quanto prima di unire le mani ed inoltre studiando molto lentamente.
- Quando si studia è come se la nostra mente avesse una videocamera ; registra ogni azione che voglio registrare, più tutto il resto che non intendo trattenere. Mi spiego meglio: se si studia a velocità eccessiva avremo uno stato mentale che potrebbe meglio definirsi come agitazione. Così oltre a praticare correttamente le note, i ritmi, il tempo, l’articolazione, le dinamiche e le diteggiature, praticheremo anche l’agitazione – come se volessimo apprenderla. Quindi la nostra videocamera registrerà anche quella riproponendocela ogni volta.
- Adottare un tempo lento in fase di studio mi consente di arrivare molto prima alla meta; aggiungerei che un tempo può definirsi veramente lento quando si è in grado di controllare coscientemente e con facilita tutti gli elementi musicali.
- I motivi per suonare lentamente potrebbero essere altri ( e ne parleremo in altri articoli). Per ora basta dire che suonare lentamente ho sperimentato essere il modo più efficace e anche più rapido per arrivare a risolvere prima un passaggio difficile, a memorizzarlo ed infine essere in grado di suonarlo mentalmente.
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Metodo di Studio2 Min Read
Qualche consiglio pratico per cantare una canzone ed accompagnarci con la nostra chitarra.
1. Metti da parte la ritmica della chitarra e suona gli accordi una sola volta, mettendoci sopra correttamente il canto.
2. Rallenta il ritmo, suonando all’inizio molto lentamente per poi accelerare a poco a poco: in questo modo riuscirai sicuramente ad arrivare a mettere il testo sulla parte della chitarra (puoi benissimo combinare questa cosa con il consiglio precedente).
3. Lascia cantare gli accordi: suona gli accordi della canzone da te scelta ed ascoltali attentamente.
Se hai ascoltato tante volte la canzone originale, potrai sicuramente trovare, internamente, il canto che li accompagna.4. Sii armonioso/a: come un pianista che usa le due mani per suonare ritmi diversi nello stesso tempo o il batterista che usa mani e piedi che lavorano in modo indipendente, tu hai bisogno di fondere insieme il tuo stile chitarristico e i ritmi del canto in modo che suonino con fluidità come un tutt’uno perché suonare e cantare non sono due cose distinte ritmi semplici e ritmi complessi: non complicarti inutilmente la vita scegliendo canzoni troppo difficili per il tuo livello.Questo non farà altro che aumentare la tua frustrazione.
5. Comincia con l’imparare canzoni facili, che conosci bene e che ti piacciono, canzoni che hanno solo qualche accordo (due o tre inizialmente), un motivo e delle parole semplici che si ricordano facilmente.
La prossima volta vedremo qualche altro consiglio pratico.
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Metodo di Studio2 Min Read
Ecco qualche altro consiglio pratico per suonare la nostra chitarra accompagnandoci quando cantiamo una canzone. Continue Reading…
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Le componenti del talento musicale
Le componenti del talento musicale
• orecchio: (ritmico, melodico, armonico):
- comunemente si intende quello melodico (assoluto o relativo);
- ritmico capacità di percepire gli impulsi ritmici (gli accenti sono dovuti alla necessità umana di mettere le cose in ordine; non esistono in natura);
- armonico capacità di distinguere i suoni nella simultaneità; orecchio interno o interiore ha capacità di leggere un brano ed immaginare come fa. È molto legato alla memoria e allo sviluppo dell’orecchio stesso.
• senso ritmico: non è da identificare con l’orecchio ritmico. È un fatto di orecchio ma non solo; l’orecchio non è che il controllore che poi attraverso il cervello manda un impulso correttivo [intelligenza corporeo-cinestetica].• manualità: relativa alle capacità motorie.
• vista: lettura e identificazione del segno (capacità oculo-manuale).
• memoria: visiva, acustica, meccanica, concettuale.
• creatività
• volontà e disciplina
• comunicatività
• versatilità
• sensibilità ed espressione
• ambizione
• capacità di concentrazione, attenzione
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Elementi relativi all’interpretazione
Elementi oggettivi:
• orecchio: (ritmico, melodico, armonico): comunemente si intende quello melodico (assoluto o relativo); ritmico, ovvero capacità di percepire gli impulsi ritmici (gli accenti sono dovuti alla necessità umana di mettere le cose in ordine; non esistono in natura); armonico, ovvero capacità di distinguere i suoni nella simultaneità; orecchio interno o interiore, ovvero capacità di leggere un brano ed immaginare come fa, molto legata alla memoria e allo sviluppo dell’orecchio stesso. Continue Reading…
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Metodo di studio
– Lettura: guardare il testo prima di dare sfogo alla fretta di suonarlo. La lettura è molto legata alla memoria a brevissimo termine. Analizzare il testo a seconda delle possibilità e delle conoscenze dell’allievo. Metodo Leimer prima di mettere le mani sul pf bisogna immaginarsi il brano; per la memoria bisogna saperlo riscrivere a memoria addirittura prima di suonarlo (può essere molto utile per un adulto, ma difficile per un bambino, per il quale sarebbe magari più adatto cantarlo, saperlo riprodurre con la voce). Il momento migliore per imparare a memoria è il più presto possibile.
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Metodo di studio
Il metodo di studio dipende in prima battuta da quanto è vasta l’esperienza di lettura pianistica di chi suona. Continue Reading…