• Tocco non appoggiato o libero

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       Il tocco non appoggiato o tocco libero si realizza nel seguente modo:

       Le dita indice, medio ed anulare della mano destra pizzicano le corde in verticale dal basso verso l’alto. La piegatura delle falangi deve essere molto lieve, in modo tale da evitare la posizione cosiddetta ad artiglio. Il dito una volta pizzicato la corda rimarrà sospeso vicinissimo alla corda pronto per eseguire  la pulsazione successiva.

       Il tocco non appoggiato dà un suono di volume normale,  non molto incisivo e si contrappone, fa da contrasto,  al tocco appoggiato il quale incidendo con tutto il peso del dito dà un suono chiaramente maggiore. Il tocco non appoggiato si predispone per l’esecuzione delle formule arpeggi veloci, altrimenti impossibile da suonare con il tocco appoggiato.

     

    Primo esercizio

       In questo primo esercizio useremo la sequenza delle dita  indice  medio  indice medio su tutte e sei  le corde, cominciando dalla prima corda (che è il mi cantino); indice, medio, indice, medio sulla seconda corda e così via fino a raggiungere la sesta corda (mi basso) per poi tornare verso la prima corda. Durante questo esercizio facciamo attenzione a che le dita mantengano la stessa posizione che avevano in  partenza  sul mi cantino e che non si incurvino eccessivamente man mano che salgono verso il mi basso,  bensì sarà l’avambraccio a salire lievemente consentendo alle dita di mantenere la corretta posizione (leggermente incurvata), per tutte e sei le corde.

       Soprattutto a chi è proprio agli inizi consiglio di fare attenzione a che il pollice non si incunei sotto il palmo della mano. È un difetto che può capitare spesso in particolar modo a chi è agli  inizi. Se trascuriamo di osservare il pollice che tende ad essere un pò indisciplinato in questa fase,  diventerà più  difficile correggere questa cattiva abitudine in seguito. Quindi teniamo sotto stretta osservazione tutte le dita ma anche il pollice prestando attenzione a che non  vada a nascondersi sotto il palmo della mano ma che sia naturalmente steso e mantenga  una  posizione rilassata. 

       Tenete presente che le note che compongono quest’esercizio sono del valore di 1/4 ciascuna, il che significa che il loro valore risulta la quarta parte di un intero (semibreve). Un intero, su un tempo di 4/4 occupa un’intera misura (battuta).

       Prima di iniziare l’esercizio vi consiglierei di controllare lo  schema e leggere il pentagramma ed il tabulato che si riferiscono  alla mano destra.

     

    Secondo esercizio

      È praticamente uguale al primo: cambia solo l’alternarsi delle dita. Invece che indice medio, alterneremo le dita, quindi: medio indice, medio indice sulla prima corda; medio indice  medio  indice sulla seconda corda e cosi via. Dovete cercare di dare alla scansione delle quattro note una certa regolarità ritmica. Vi consiglierei di cominciare con un tempo piuttosto lento e di accelerarlo gradatamente. Curate la sonorità. Tenete presente che deve risultare uguale, sia quando si pizzica con l’indice, sia quando si pizzica con il medio. Quindi non suoniamo una nota forte ed una piano,  o una veloce e una lenta, ma dobbiamo mirare ad ottenere suoni omogenei, della stessa durata e dello stesso volume, tenendo presente che il suono deve risultare uguale, sia quando si pizzica con l’indice, sia quando si pizzica con il medio.

     

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  • Come tenere il plettro

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         È fondamentale avere una corretta impostazione della mano che tiene il plettro perché ci consentirà di acquisire agilità e scorrevolezza nelle esecuzioni. Occorre mantenere la mano rilassata, e lo sarà se appoggeremo l’avambraccio al piano superiore della chitarra. Il plettro è tenuto tra il pollice e l’indice e pizzica con la parte appuntita le corde.

     

        Occorre sempre un pò di tempo prima di sentirsi a proprio agio con il plettro in mano: poiché si ha l’impressione che sfugga, siamo tentati di stringerlo il più possibile, col risultato di ottenere suoni incerti, disomogenei, con un brutto timbro e disturbati da un eccessivo “rumore di plettro”; senza contare che affaticheremo il braccio rischiando anche qualche crampo.

     

    Gli errori da evitare

     

        Osservate le figure per controllare se lo impugnate correttamente. Tutta la mano deve risultare morbida, con le dita leggermente piegate; il pollice è dritto e si appoggia col polpastrello, sulla prima articolazione dell’indice: in mezzo si trova il plettro, grazie all’ampia superficie di contatto, resterà ben saldo tra le dita senza bisogno di stringere troppo.

     

    Se il pollice è piegato, come nella figura in alto, il plettro tende a sfuggire in quanto la punta del pollice non sarà sufficiente per trattenerlo.

     

     

        Lo stesso inconveniente si presenta quando l’indice è troppo piegato e il plettro si trova sotto l’articolazione del pollice, come mostra la figura sopra.

        Ora che teniamo il plettro nella posizione corretta dobbiamo evitare assolutamente di stringerlo per evitare di incidere negativamente sulla qualità dei suoni. Nella fase iniziale è più importante controllare la scorrevolezza delle pennate in su e in giù, che dipende soprattutto dalla morbidezza della mano.

        Il movimento deve venire dal polso, che va tenuto morbido, e non dalle dita né dal braccio, che resterà fermo e rilassato. Abbiamo cura di controllare l’angolazione del plettro, che deve essere parallelo alle corde, per evitare perdite di suono e “rumore di plettro”, e perpendicolare alla tavola armonica, affinché le pennate in giù e in su risuonino allo stesso modo.

        Infine, non cediamo alla tentazione di usare un plettro troppo morbido, che produce un suono fiacco e una perdita di volume.

     

     

     

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