TOCCO PIANISTICO

 

“…in uno strumento ben suonato la vibrazione della corda dovrà durare un quarto di tempo ordinario moderato, e tenendo abbassato il tasto per questo valore non si deve sentire alcuna vibrazione dopo averlo abbandonato.

La maggior parte dei suonatori battono con eccessiva forza la tastiera per eseguire il Forte o il Fortissimo. Così avvertiamo gli studenti che il modo per far sentire un bel suono non consiste nell’impiegare grande forza; da una semplice osservazione su quest’uso scorretto mostreremo che invece di far uscire dallo strumento una voce dolce e armoniosa, altro non si sente che un tedioso martellio ed il rumore dei tasti.”

 

ESPRESSIONE

 

“Dopo che lo studente si sarà bene impadronito delle regole per il buon portamento della mano, dovrà studiare in modo particolare l’espressione da ottenere sullo strumento.

Ogni nota che suonerà dovrà essere significativa e il suono prodotto dai tasti dovrà essere chiaro.”

 

SUONARE “IMITANDO IL CANTO”

 

“Imitando il canto di qualunque strumento oppure le diverse inflessioni della voce, lo studente potrà esprimere i sentimenti della melodia che sono il diletto della musica senza cui non si ottiene che un rumore vuoto e senza senso.

Chi parla non sempre si esprime con la stessa energia: le diverse inflessioni della voce vengono determinate dagli affetti dell’animo. La musica, come il discorso, va soggetta alle stesse regole: la varietà dei suoni, il tono e le opportune sue modificazioni servono a spiegare il pensiero.

Dunque l’arte di eseguire un brano musicale rendendolo fedelmente nel suo carattere e con quei sentimenti nei quali è stato concepito deve formare lo scopo dello studente che vuole acquistare la vera maniera di eseguire.

Essendo lo scopo della musica quello di dilettare e di muovere gli affetti, è inutile pensare di potervi giungere con la sola velocità e col virtuosismo dell’esecuzione.”

 

PEDALI

 

“La voce del pianoforte diminuisce così rapidamente che appena se ne accorgono le orecchie. Siccome i pedali rimediano a questo difetto, e servono a prolungare il suono con forza eguale per un buon tempo, sarebbe cosa irragionevole il voler trascurare di servirsene.

Ci è noto che alcuni interpreti legati al passato (nonché ad un malinteso amor proprio) disapprovano assolutamente i pedali definendoli ciarlatanesimo. Noi saremmo d’accordo ma solo rispetto a certi esecutori che si servono dei pedali per destare una certa meraviglia in chi non intende affatto la musica, e per coprire la loro mediocre abilità.”

(J.L. Adam – “Méthode de piano du Conservatoire”, 1804)

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