26 MARZO 1828
Primo anniversario della morte di Beethoven: quella sera
FRANZ SCHUBERT
assistette per la prima volta a un
CONCERTO PRIVATO DEDICATO A SUE COMPOSIZIONI
organizzato dalla Gesellschaft der Musikfreunde di Vienna nel Palazzo del Tuchlauben al n. 12 (vedi foto nei commenti). Tutti occupati i trecento posti. I migliori musicisti di Vienna risposero all’invito, e suonarono senza alcun compenso. Il successo di quella serata rende euforico il compositore: “Con questo concerto ho ritrovato il più grande coraggio”, scrisse. Gli restavano otto mesi da vivere (*)
Furono eseguiti:
I. il primo movimento del Quartetto per archi n. 15 in sol maggiore D 887, oppure il Quartetto per archi n. 14 in in re minore D 810 (variazioni su ‘Der Tod und das Mädchen’ composte durante l’inverno 1825–1826. Esecutori: Böhm, Holz, Weiß e Linke.
II. Quattro Lieder per voce e pianoforte:
a. ‘Der Kreuzzug’ D 932. Testo di Karl Gottfried Ritter von Leitner.
b. ‘Die Sterne’ D 939. Testo ancora di von Leitner.
c. ‘Der Wanderer an den Mond’ D 870. Testo di Johann Gabriel Seidl (1)
d. ‘Fragment aus dem Aeschylus’ D 450. Testo di Johann Mayrhofer.
Interprete: Johann Michael Vogl (cantante del Teatro imperiale di Corte in pensione) accompagnato al pianoforte da Schubert stesso.
(1) non eseguito quella sera. Sostituito da ‘Fischerweise’ D 881b. Testo di Franz Xaver Schlechta von Wschehrd.
III. ‘Ständchen’ per voce femminile e coro. Testo di Franz Grillparzer. Interpreti: Josefine Fröhlich e gli studenti el Conservatorio. (2)
(2) La scelta di questo pezzo era particolarmente appropriata(*). Fu infatti scritto per celebrare il compleanno di Louise Gosmar (1803-1850), che sposò Leopold von Sonnleithner (1797-1873), amico e contemporaneo di Schubert, pochi mesi dopo, il 6 maggio 1828. Sonnleithner era il membro più insigne della Gesellschaft der Musikfreunde, che era stata fondata da suo zio Joseph Sonnleithner (1766-1835). Leopold e Louise si sarebbero divertiti a sentire questo pezzo esibito in pubblico. Si può presumere che Louise fosse nel coro.
IV. Trio per pianoforte n. 2 in mi bemolle maggiore, op. 100, D 929. Interpreti: Karl Maria von Bocklet, Böhm e Linke.
V. ‘Auf dem Strom’ (per voce pianoforte e corno D 943). Testo di Ludwig Rellstab. Interpreti: Ludwig Tietze and Josef Rudolf Lewyil Giovane. [D 943, March 1828, composed specially for the concert]. Si tratta di un Lied composto per questa occasione.
VI. ‘Die Allmacht’ per voce e pianoforte.D 852. Testo di Johann Ladislaus Pyrker. Interprete Johann Michael Vogl. Probabilmente Schubert al pianoforte.
VII. ‘Schlachtgesang’ (o Schlachtlied) per doppio coro di uomini D 443.
§
La stampa tuttavia, concentrata sull’imminente arrivo di Paganini, non dà al concerto schubertiano un adeguato resoconto. Il presidente della Gesellschaft nel concedere gratuitamente la sala aveva gratificato il compositore di 100 fiorini “apprezzando il notevole incontestabile valore d’artista” e lo nominò membro effettivo del consiglio dei rappresentanti della Società.
All’indomani Schubert torna alla Gesellschaft per donare il manoscritto della Sinfonia in Do maggiore. La rifiutano perché troppo lunga e complessa. E allora Schubert la sostituisce con la Sesta che è accettata ma che sarà eseguita dopo la morte.
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(*) Un periodo artisticamente prodigioso. Schubert compose infatti:
– la Fantasia per pianoforte a quattro mani
– le tre ultime Sonate
– i tre Klavierstücke
– il Quintetto con due violoncelli
– l’ultima Messa e altri brani sacri
– il secondo libro della Winterreise
– lo Schwanengesang
– il Lied con clarinetto obbligato
– il Canto in ebraico su un salmo dell’Antico Testamento
– gli schizzi della decima Sinfonia…
Scrisse Benjamin Britten:
È possibile sostenere che i diciotto mesi più ricchi e più fertili di tutta la storia della musica sono quelli immediatamente successivi alla morte di Beethoven, quando gli altri giganti dell’Ottocento, Wagner, Verdi e Brahms non avevano ancora iniziato a produrre. Mi riferisco all’epoca in cui Franz Schubert ha composto la Winterreise, completato la Nona Sinfonia, le sue ultime tre Sonate, il Quintetto in Do maggiore ed una dozzina di altri pezzi. Dall’aprile 1827 al novembre 1828.
La sola creazione di tali capolavori in quell’arco di tempo sembra incredibile, ma la qualità dell’ispirazione, della magia, è miracolosa e supera ogni spiegazione.
Le tre ultime Sonate per pianoforte nacquero nel settembre del 1828. Si sa che ha lavorato, contemporaneamente, su tutte e tre, come fossero tre capitoli di un solo racconto, passando da uno spartito all’altro. Componeva senza considerare se aveva speranza o no di vendere quanto aveva scritto, come se non gli importassero più il consenso, il successo, gli applausi.
Scrisse Alfred Brendel:
Nelle sonate di Beethoven non perdiamo mai l’orientamento; esse si giustificano ad ogni istante. Le sonate di Schubert ‘accadono’. C’è qualcosa di disarmante e di ingenuo nel loro modo di accadere… Gli eventi non si svolgono secondo una logica, sia essa aggraziata o spietata; in svariati punti, avrebbero potuto prendere un’altra direzione. Ci sentiamo vittime e non maestri della situazione. Per parecchi di noi, questo corrisponde all’esperienza di vivere in un mondo in cui la crescita esponenziale dei problemi sembra escludere qualsiasi soluzione.
Robert Schumann lo capì per primo:
Schubert è il più ardito e libero di spirito di tutti i musicisti moderni.