Concertante Concerto
Concertante
Nel significato comune il “ruolo concertante” di uno strumento è sinonimo del termine “solistico”: lo strumento suona come un solista nel concerto, distaccandosi dalla massa orchestrale. Concertante è uno stile musicale fondato su un dialogo variamente articolato tra esecutori, che intervengono ora singolarmente ora in gruppo. Si dice anche di brano con parti strumentali concertanti: sinfonia concertante.
La Sinfonia Concertante, praticata anche da Haydn (Concertante in Si bemolle Maggiore, 1792) e da Mozart( Sinfonia concertante per violino, viola e orchestra in Mi bemolle maggiore K 364 (K6 320d) e Sinfonia concertante per oboe, clarinetto, corno, fagotto e orchestra K 297b), è un genere ibrido. Testualmente a metà strada tra sinfonia e concerto, in cui il ruolo solistico è affidato a più strumenti contemporaneamente. Beethoven ne realizzò una particolare interpretazione nel Triplo Concerto op.56, in cui gli strumenti solisti sono violino, violoncello e pianoforte.
Concerto
Il concerto è una forma musicale che prevede uno o più strumenti solisti accompagnati dall’orchestra. È il genere complementare alla sinfonia e sempre organizzato in tre movimenti ( veloce-lento-veloce / Allegro, Adagio, Allegro). I due tempi veloci, avevano la stessa architettura compositiva, consistente in quattro sezioni orchestrali (i tutti) che racchiudevano tre lunghe parentesi solistiche (i soli). Caratterizzato dalla presenza di un solista (più raramente due, o tre) che dialoga con l’orchestra. Il tono è naturalmente virtuosistico nei due movimenti estremi, espressivo e cantabile in quello centrale. Era in gran voga già nel periodo classico e lo è ancora ai nostri giorni.
Concerto grosso
Quando un piccolo gruppo di strumenti si oppone all’intera orchestra , l’opera prende il nome di concerto grosso, uno dei tipi di musica strumentale più importante durante il periodo barocco. In un primo tempo comprendeva un grande numero di movimenti, ma con Vivaldi si stabilì la successione di tre movimenti – veloce – lento – veloce.
La forma musicale del concerto grosso è portata alla sua massima espressione da compositori come: Arcangelo Corelli, Giuseppe Torelli, Tomaso Albinoni e Georg Friedrich Händel. Il concerto grosso, elaborato nel concerto solistico e nel concerto a molti strumenti, si affermò a Venezia, dove, soprattutto grazie ad Antonio Vivaldi (1678 – 1742) acquistò una maggiore definizione nella forma. e nella varietà ritmica e timbrica.
La forma usata da Vivaldi fu presa a modello per molto tempo in Italia e fuori. Johann Sebastian Bach la studiò in maniera approfondita, trascrivendo molti concerti per organo o clavicembalo e riprendendone la struttura nel suo Concerto nello stile italianoI ( Secondo concerto brandeburghese )
Le successive trasformazioni del concerto vanno di pari passo con quelle avvenute nella sinfonia, che partecipi notevolmente ad aumentare il significato sinfonico del concerto. Il Concerto nasce soprattutto con il violino, come strumento solista: sono pochi i casi in cui il clavicembalo appare come strumento di primo piano, nonostante all’epoca conoscesse una grande diffusione. Il clavicembalo è usato per la prima volta, in qualità di solista, nei concerti di Johann Sebastian Bach. Bach, soprattutto con il Concerto in re minore BWV 1063 concepito per tre clavicembali, si rifà ancora una volta ai modelli italiani.
Concerto in re minore BWV 1063
Concerto per pianoforte
Come in epoca barocca il genere concertistico aveva segnato l’ascesa del violino al rango di strumento solistico per eccellenza. Nella seconda metà del Settecento, è nuovamente il concerto a statuire l’ascesa e l’affermazione del pianoforte. A partire dal 1770, il pianoforte lentamente si impone come protagonista del genere concertistico. All’inizio dell’Ottocento è ormai in grado di contrastare al violino il primato, in campo solistico.
Concerto Classico
Il Concerto Classico (per pianoforte) si presentava come una fusione tra strutture formali barocche (Allegro, Adagio, Allegro).e caratteri del moderno sonatismo. Le parti orchestrali dei movimenti veloci, racchiudevano tre sezioni solistiche che si potevano identificare con le sezioni di esposizione, sviluppo e ripresa – tipiche dei movimenti principali di ogni forma strumentale dell’epoca, dalla sonata alla sinfonia. La struttura di un concerto è molto affine sia alla sonata sia alla sinfonia, in quanto è divisa in parti, o tempi, e ha il primo tempo costruito in forma sonata. La differenza sostanziale tra queste composizioni risiede nella destinazione strumentale, come viene evidenziato nello schema qui sotto.
SONATA → Strumento solista o, al più, due strumenti
SINFONIA → Tutte l’orchestra
CONCERTO → Strumento solista più orchestra
Colui che ha notevolmente contribuito all’evoluzione di quello che sarà il moderno concerto per pianoforte e orchestra è senza dubbio Wolfgang Amadeus Mozart. Con lui questo genere strumentale esce dalla “terra natale” del concerto barocco per diventare il luogo dove si svolge un vero e proprio dramma musicale. Nella sua numerosa produzione concertistica, il pianoforte trova nell’orchestra un vero avversario, dando vita ad uno “scontro” di sonorità ogni volta differente.
Tra i musicisti della generazione successiva, solo Ludwig van Beethoven, proseguì sulla tracia di Mozart. Tra i suoi cinque notevoli concerti per pianoforte e orchestra, almeno tre (quelli in do minore, sol maggiore e mi bemolle maggiore) formano delle pietre miliari nella storia del genere concertistico. Tutti i compositori dell’epoca romantica prendono esempi dai concerti per pianoforte di Beethoven.
Oggi il termine “concerto” si usa in modo generico per indicare esecuzioni pubbliche di musicisti, non importa se classici, rock ecc. Il suo vero significato di forma musicale, tuttavia, è sempre espresso con precisione dalla dicitura Concerto per strumento ( solista ) e orchestra.