Dominante Doppio: Bemolle, Bequadro, Diesis Duina Durata
Dominante
La dominante è il quinto grado di una scala ed è anche la funzione che esprime maggiore tensione e maggior movimento all’interno della scala. Controbilancia la funzione distensiva della tonica. Questo permette un equa alternanza fra i periodi di tensione e quelli di distensione all’interno della melodia, portando avanti il discorso musicale all’interno del brano.
La dominante è la nota più dinamica della scala, quella che da movimento e tensione al brano.
Accordo di dominante
In senso armonico, l’accordo di dominante (o, semplicemente, la dominante) di una tonalità è l’accordo costruito sul quinto grado della scala (per esempio, la dominante di Do maggiore è l’accordo di Sol maggiore). L’accordo di dominante è indipendente dal modo della scala (cioè dal suo essere maggiore o minore nei modi classici) ed ha una naturale tendenza a risolvere sull’accordo di tonica, anche se esistono numerose alternative musicalmente valide (vedi cadenza).
Accordo di settima dominante
L’accordo di settima dominante è rappresentato da una lettera seguita da una 7. La lettera sola significa un accordo (triade) maggiore e il numero 7 significa una settima minore; quindi; accordo maggiore con settima minore. Questo accordo esiste su un solo grado della scala maggiore, il quinto, cioè la “dominante” e quindi l’accordo viene chiamato “settima dominante”. E’ l’accordo di settima più comune di tutta la musica occidentale, per questa ragione si chiama semplicemente “settima”.( esempio G7: “Sol settima”)
Esempio di accordo di settima maggiore dominante
Accordi di settima
Ulteriori informazioni: Grado della scala, Tonica, Scale, Armonizzazione della scala maggiore: il procedimento, Accordo, Gli accordi (parte 1), Gli accordi (parte 2).
Doppio Bemolle
Il doppio bemolle è alterazione discendente che abbassa il suono naturale di due semitoni, cioè d’un tono.
Doppio Bequadro

Il bequadro fa parte della famiglia delle alterazioni musicali. Esso viene posto prima della nota alterata e annulla tutte le alterazioni presenti. È il simbolo che indica l’annullamento dell’effetto di un’alterazione (diesis o bemolle) precedentemente indicata. L’effetto del bequadro vale sia per alterazioni momentanee all’interno di una singola battuta, sia nei confronti di alterazioni poste nell’armatura di chiave.
Nel caso l’alterazione precedente sia di due semitoni (doppio diesis oppure doppio bemolle ♭♭) e si voglia annullare l’effetto complessivo, viene utilizzato il bequadro semplice ♮ o il doppio bequadro ♮♮: se invece si vuole indicare l’annullamento parziale dell’alterazione, si usano i simboli ♯♮ e ♭♮ rispettivamente.
Doppio Diesis

Il doppio diesis è alterazione ascendente, che eleva il suono naturale di due semitoni, cioè d’un tono.
Ulteriori informazioni consulta: Alterazioni
Duina
La duina si usa nei tempi composti per creare un tempo binario; essa viene interpretata con la frazione di 2:3 cioè due note che devono occupare lo spazio di tre. Ecco un esempio di duina con relativa illustrazione:
La duina è un gruppo irregolare che rappresenta due note suonate in un’unità di tempo, di solito quando il ritmo è ternario. È anche possibile trovare la duina su un gruppo di tre tempi consecutivi. Se per esempio l’unità del tempo è la semiminima è possibile sostituire a tre normali semiminime due inserite in una duina, cosicché la somma sia uguale a quella di tre tempi, cioè in questo caso al valore di una minima puntata. Ovviamente le possiamo trovare solo nei tempi composti dove tutto e diviso per 3 visto che la figura musicale di riferimento è una figura con il punto (una semiminima col punto equivale a 3 crome, per esempio). Si riconosce sul pentagramma perché in questo caso invece che un 3 troveremo un 2 ad identificare le note della duina.
Anche qui si potrà notare che in un tempo di 12/8 dovremmo trovare 12 crome ma ne troviamo 11 perchè una è scomparsa nella duina allungando le altre 2 note di un po’. Nell’esecuzione la prima nota parte all’inizio del tempo (come accadrebbe se fossero 3) e la seconda cade subito dopo il momento in cui doveva cadere la seconda se fossero state 3
Una duina può anche non essere composta da note eguali, infatti basta che la somma delle durate sia equivalente a quella delle due note uguali. La duina, per esempio, può contenere delle pause. Gli esempi qui sotto sono tutti equivalenti ad una duina formata da due crome.
La duina è rappresentata da una legatura che unisce le due note (che non è da considerare né una legatura di valore né una legatura di espressione) e un 2 (due) scritto sopra.
Ulteriori informazioni consulta: Gruppi irregolari
Durata (Valore musicale)
La durata è uno dei quattro parametri del suono. Questa caratteristica è direttamente proporzionale al prolungarsi del suono nell’ordine del tempo. Possiamo infatti avere suoni lunghi e suoni brevi. Suoni di uguale altezza e di uguale intensità possono avere durata diversa. La durata di un suono dipende dal periodo di tempo in cui l’oggetto sonoro emette vibrazioni.
Come si indica il tempo che deve durare una nota ? Qui intervengono dei segni grafici, per la notazione musicale in nero, che ci fanno capire quanto il suono è lungo o meglio, dura una nota. Il valore musicale di una nota, detto anche semplicemente valore o durata, è un suo parametro grafico che indica quanto deve essere prolungato nel tempo il suono rappresentato. Tale durata è relativa, dipendente dal tempo del passaggio o della composizione.
La simbologia grafica in questione modifica le parti di una nota: testa, gambo e coda. La coda viene più propriamente definita cediglia o virgola. Vi sono altresì simboli grafici che indicano il valore di una pausa.


Parti di una nota:
1 – coda o cediglia;
2 – gambo;
3 – testa.
Figure musicali
Il valore di una nota non è il valore di una durata assoluta, ma è relativa alla durata delle altre note. Nella seguente tabella, ogni simbolo è esattamente il doppio della durata del simbolo sottostante.
In alcune terminologie (in uso specialmente in Germania e negli Stati Uniti), per indicare il valore di una nota si usa semplicemente la frazione:nota intera anziché semibreve, metà anziché minima, poi quarto, ottavo, sedicesimo, ecc.
La semibreve o intero è una nota musicale eseguita con la durata dell’intero. Questo valore, a seconda del tempo in cui è posto, come ad esempio gli equivalenti 2/2 o 4/4 può essere frazionato in 2 o 4 battiti. Quando è inserita in un tempo “alla breve” (cioè 2/1, esattamente il suo doppio, essa diventa la metà) invece vale 1 battito. La semibreve è la figura di valore con la durata più lunga (con la pausa corrispondente). Rappresenta infatti l’intero (4/4). La semibreve è la figura che convenzionalmente si usa come unità di riferimento per tutte le altre, che hanno una durata inferiore.
Qualcuno può trovare in alcune partiture una nota più lunga della semibreve; si tratta della breve, che è di durata doppia della semibreve. La breve è una nota musicale eseguita con la durata doppia dell’intero. È rappresentata da una testa rettangolare vuota o, più recentemente, da una testa ovale vuota tra due barre laterali. La pausa di breve è la corrispondente pausa. È rappresentata da un rettangolo pieno che poggia sul lato breve, ed è posta tra la terza e la quarta linea del pentagramma.
Brevi in differenti notazioni (al centro quella antica, ai lati due varianti moderne, di cui quella più comune a sinistra)
La minima o metà è una nota musicale eseguita con la durata pari alla metà del valore dell’intero. Un tondino bianco con la gamba verticale sul lato destro (se rivolta in alto) o sul lato sinistro (se rivolta in basso), indica un suono della durata di due battiti (con la pausa corrispondente)


La semiminima o quarto è una nota musicale eseguita con la durata pari a un quarto del valore dell’intero. Il suono che dura il tempo di un battito è denominato semiminima ( con la pausa corrispondente ).È rappresentata da un cerchio o ovale pieno con un gambo verticale posto sempre sul lato destro e rivolto in alto, o sul lato sinistro (se rivolta in basso).
La croma od ottavo è una nota musicale eseguita con la durata pari a un ottavo del valore dell’intero. Il suono che dura il tempo di mezzo battito si chiama croma (con la pausa corrispondente). È rappresentata da un tondino nero, con la coda arricciata verso l’interno. Il gambo è posto sul lato destro e rivolto in alto se si scrive una nota in posizione melodica o di tenore all’interno di un brano a più voci, sul lato sinistro e rivolto in basso se si scrive una nota in posizione di basso o di contralto all’interno di un brano a più voci.
Quando troviamo più crome consecutive, sostituiamo la coda con una linea orizzontale che le raggruppi:
La semicroma o sedicesimo è una nota musicale eseguita con la durata pari a un sedicesimo del valore dell’intero. È rappresentata da un cerchio (o ovale) pieno con gambo verticale sul lato destro (se rivolta in alto) o sul lato sinistro (se rivolta in basso) e due linee ondulate (cediglie).
La biscroma o trentaduesimo è una nota musicale eseguita con la durata pari a un trentaduesimo del valore dell’intero (con la pausa corrispondente). È rappresentata da un cerchio (o ovale) pieno con un gambo verticale sul lato destro se rivolta in alto, sul lato sinistro se rivolta in basso e tre virgole (una linea ondulata).
La semibiscroma o sessantaquattresimo è una nota musicale eseguita con la durata pari a un sessantaquattresimo del valore dell’intero. È rappresentata da un cerchio (o ovale) pieno con un gambo verticale sul lato destro (se rivolta in alto) o sul lato sinistro (se rivolta in basso) e quattro codette. Un simbolo simile è utilizzato per la pausa di croma della durata di 1/64 di semibreve.
Una ulteriore suddivisione, in teoria, è possibile, ma l’uso musicale della frazione 1/128 è così eccezionale che si tratta solo di una curiosità. La fusa (o fusilla, quintina o centoventottesimo) è una nota musicale eseguita con la durata pari a un centoventottesimo del valore dell’intero. Essa è rappresentata da un cerchio pieno, con un gambo verticale sul lato destro se è rivolta in alto, e sul lato sinistro invece se è rivolta in basso. Attaccate al gambo sono presenti cinque cedette.
Note così corte sono molto rare, ma non sconosciute: sono usate principalmente per sezioni brevi e veloci all’interno di movimenti lenti. Per esempio, Ludwig van Beethoven le utilizzò nel primo movimento della sua Sonata per pianoforte n. 8 per indicare delle scale musicali veloci.
Sezione del primo movimento della Sonata n. 8 di Beethoven
Quando la nota possiede un gambo, questo può essere posizionato a destra e salire dalla testa della nota, oppure essere posizionato a sinistra e scendere dalla testa della nota, eccetto il caso della lunga e della massima. Nella maggioranza dei casi, per una questione di compattezza e facilità di lettura, il gambo si pone a destra se la nota si trova più in basso del rigo centrale, oppure a sinistra se si trova più in alto.
Quando due o più note che posseggono delle code si trovano in successione, vengono collegate tra loro da tante linee diritte quante sono le code.
Figure musicali delle note – Suddivisioni – Durata
Nello schema la misura di 4/4, indicata dopo il segno di chiave, determina la somma di valori da inserire in ciascuna battuta. In questo caso, ogni battuta è riempita con note dello stesso valore, alle quali corrisponde la rispettiva pausa. La frazione 4/4 indica quattro pulsazioni della durata di 1/4 ciascuna, ma tale valore complessivo si ottiene in musica utilizzando qualsivoglia fra i valori di durata delle note e delle pause: