Forma musicale Frase musicale Frazione metrica del tempo
Forma musicale
Nella terminologia musicale, la forma di una composizione è la costruzione con cui essa si articola e che ne rivela le suddivisioni, la successione, lo svolgimento di temi, strutture ritmiche e armoniche. La espressione non va confusa col genere musicale, termine più ampio che genera una composizione secondo la tradizione cui appartiene e le convenzioni che la definiscono.
Il linguaggio della musica si articola in maniera molto simile a quello verbale ha:
- una scrittura e delle regole grammaticali (notazione),
- una realizzazione sonora attraverso voci e strumenti,
- una capacità espressiva forse anche superiore a quella dello stesso linguaggio verbale.
Il linguaggio della musica è pieno di “significati”, è organizzato in frasi, ovvero in “idee musicali”(o temi), che si succedono e si ripetono secondo schemi costruttivi diversi, nati nel corso dei secoli. Questi schemi costruttivi sono le forme musicali e sono alla base di grandi creazioni.
La forma musicale è la struttura di un brano, cioè il modo in cui sono organizzati le frasi e i periodi. A ogni particolare struttura corrisponde un determinato nome: “Ballata” , “Sinfonia” , “Concerto” , “Sonata” ecc.
Esempi di forme musicali
Il criterio che ci permette di individuare le parti di un brano musicale è basato sulla capacità di distinguere ciò che è uguale da ciò che diverso o da ciò che è somigliante. Generalmente, per schematizzare la forma di un brano musicale si usano le lettere dell’alfabeto maiuscole (per i periodi) e minuscole (per le frasi). A episodi uguali corrispondono lettere uguali, a episodi diversi lettere diverse, mentre per gli episodi somiglianti si useranno lettere con degli apici in alto a destra:
- un, unica parte che si ripete più volte: A A A;
- parti completamente diverse: A B C;
- parti somiglianti, cioè con variazioni rispetto all’idea originaria: A A’ A” A”’.
Volendo invece schematizzare la struttura interna di una singola parte segneremo con le lettere minuscole le frasi da cui essa è composta (lettere uguali corrispondono a frasi uguali).
Forma può essere:
- monopartita, quando si ha un solo tema che si ripete più volte;
- bipartita, quando si hanno due temi che contrastano fra loro;
- tripartita, quando si riscontra una simmetria fra contrasto e riproposizione dei temi;
- polifonica, quando alcuni temi interagiscono e si sovrappongono fra di loro;
- semplice, se prevedono un’organizzazione lineare delle parti del brano;
- complessa, quando ha una struttura a più tempi, a più movimenti, ma sono sempre caratterizzati da un disegno unitario che lega tra loro le varie parti, che costituisce un insieme di regole, che il compositore deve rispettare nella stesura complessiva dell’opera;
- aggregativa; quando la suddivisione in più tempi non segue le regole di un disegno unitario e in cui troviamo una successione di brani diversi, ciascuno dei quali è una composizione a se stante che può essere eseguita anche da sola;
- narrativa, quando un compositore si serve di un brano musicale per “raccontare qualcosa”.
- libera, come quando l’autore non segue alcuno schema codificato – la distruzione delle regole formali;
Forma monopartita
È la più semplice struttura musicale e prevede un solo tema che si ripete diverse volte. Un esempio classico di questa forma è la Ballata, nella quale ad un testo musicale sempre uguale corrispondono strofe di testo diverso. La Ballata è piuttosto una forma di canto narrativo. Nelle Ballate il numero delle strofe non è fisso, perché si adegua alla lunghezza del testo.
Forma bipartita
Da quanto detto possiamo dedurre che la ripetizione, identica o variata, e il contrasto, cioè la diversità, sono i due principi basilari su cui poggiano le forme musicali. Generalmente le danze strumentali (soprattutto nelle danze quali la gavotta e la giga), quei brani musicali destinati alla danza sono costruite seguendo tali principi, ripetizione e contrasto, assumendo una forma bipartita, cioè divisa in due parti diverse Questa forma è composta da due temi, chiamati A e B. Anche le canzoni dei nostri giorni si possono assimilare a questa forma in quanto sono per lo più costituite da una strofa e da un ritornello. Consiste anche in uno spostamento di tonalità, che crea una sorta di contrasto.
Forma tripartita
La struttura di una composizione in forma tripartita è molto semplice poiché presenta due temi principali A e B (bitematica) ed è divisa in tre parti perfettamente simmetriche. Nella prima parte (A) il tema (una frase o un periodo) è ripetuto due volte, ma con intensità diversa. Nella parte centrale è presente un nuovo tema (B) e la terza parte (A) è una ripetizione fedele della prima. La forma tripartita è una delle più frequenti forme musicali, si basa sullo schema A B A, in cui al primo elemento musicale segue il secondo e quindi la ripresa del primo. Un esempio classico di forma tripartita è Minuetto. Il Minuetto è un’antica danza francese in tempo ternario introdotta da Giambattista Lully alla corte del re Luigi XVII secolo.
Forme basate sull’organico.
Le composizioni musicali assumono nomi diversi a seconda del numero di esecutori che le interpretano:
- Duo, Trio, Quartetto, Quintetto ecc.
- Sonata: interpretata da uno o due solisti
- Concerto: uno o più solisti con l’intera orchestra
- Sinfonia: un’intera orchestra sinfonica

Forma polifonica
Nella forma polifonica le melodie (o “voci”) si sovrappongono in contrappunto. Uno dei principi fondamentali che sorregge le costruzioni polifoniche è il principio dell’imitazione: uno strumento propone un tema, cioè una frase principale, e gli altri strumenti “entrano” successivamente a intervalli ravvicinati suonando, cioè “imitando”, lo stesso tema. Questo procedimento crea un effetto di dialogo, di inseguimento sonoro molto caratteristico: in tal caso l’imitazione è detta per moto retto. L’imitazione può essere effettuata per moto contrario a specchio, se una seconda voce imita lo stesso disegno melodico, ma capovolgendolo; o per moto retrogrado, quando la seconda voce esegue la melodia iniziandola dall’ultima nota e procedendo all’indietro fino ad arrivare alla prima nota Una delle forme polifoniche più conosciute è la Fuga, che Johann Sebastian Bach ha portato a livelli di estrema complessità e perfezione. È composta da più parti (da due a cinque) che entrano in momenti diversi e si sovrappongono fra di loro. Anche il Canone è una forma vocale e strumentale basata sul principio dell’imitazione, è una forma polifonica.

Forma semplice
La forma semplice è un’organizzazione lineare dei suoni. Nel Settecento e nei primi decenni dell’Ottocento era molto in uso presso i musicisti comporre musica nella forma di Tema e variazioni. Forma essenzialmente monopartita basata sul principio della ripetizione variata. Si partiva da un tema, cioè da una melodia, e lo si ripeteva tante volte trasformandone ogni volta uno o più aspetti: ritmo, melodia, armonia, velocità, dinamica, timbri ecc. Le forme semplici sono: Tema e variazioni, Minuetto, Rondo, Canzone.

Forma complessa
La forma complessa ha una struttura a più tempi, a più movimenti, ma sono sempre caratterizzati da un disegno unitario che lega tra loro le varie parti, che costituisce un insieme di regole, che il compositore deve rispettare nella stesura complessiva dell’opera. Conosciamo forme complesse Sonata, Sinfonia, Concerto.

Forma aggregativa
La forma aggregativa una forma compositiva nella quale la suddivisione in più tempi non segue le regole di un disegno unitario e in cui troviamo una semplice aggregazione, una successione di brani diversi, ciascuno dei quali è una composizione a se stante che può essere eseguita anche da sola. La forma aggregativa più usata a partire dall’Ottocento è la Suite, cioè una raccolta , una successione di pezzi musicali diversi, che hanno però una medesima destinazione o un filo logico che li unisce. La Suite può essere paragonata a una serie di racconti dello stesso autore riuniti sotto un solo titolo. Le Suite di questo tipo, detta moderna per distinguerla da quella classica, riunisce generalmente i brani più celebri tratti da opere musicali molto lunghe, ad esempio opere liriche, musiche di scena e balletti.

Forma narrativa
Quando un compositore modella la forma della composizione adattandola agli “episodi” del suo racconto, creando così una nuova forma, diversa dalle forme strutturate che abbiamo conosciuto prima. Questa nuova forma che possiamo definire narrativa, presenta quasi sempre uno svolgimento privo di interruzioni, cioè è in un solo movimento, e discende da un tipo di composizione per orchestra a contenuto programmatico, che nell’Ottocento fu inventata e usata per la prima volta dal Franz Liszt, il quale la chiamò Poema sinfonico. Posiamo immaginare il Poema sinfonico come una Sinfonia che si è liberata dal suo vestito un po’ stretto (la forma) per giocare liberamente con le note e con i timbri orchestrali senza preoccuparsi troppo delle regole. Esso si ispira generalmente ad argomenti letterali, poetici, pittorici, storici e anche autobiografici: è insomma, una Sinfonia che vuole raccontarci qualcosa servendosi dell’orchestra. La sua forma è piuttosto libera, caratterizzata da elementi timbrici d’effetto e da motivi ricorrenti che evocano situazioni o personaggi.
Altri brani orchestrali affini al Poema sinfonico sono:
- lo Schizzo sinfonico più breve e conciso nella trattazione dei temi;
- il Quadro sinfonico con intendimenti più descrittivi e pittorici;
- la Fiaba sinfonica composizione a contenuto favolistico e con una voce recitante;
- lo Scherzo sinfonico come il Poema sinfonico, ma ispirato a storie o a personaggi divertenti e quindi di contenuto umoristico.

Forma libera – Forma senza forma
Se il Poema sinfonico può essere immaginato come un grande contenitore la cui forma si plasma di volta in volta sulla storia che vuole narrare, altrettanto non si può fare con composizioni, ancora più libere e svincolate da schemi prestabiliti. Queste composizioni:
- non possono rientrare tra le forme narrative perché non hanno contenuti extramusicali così evidenti.
- si affermano contemporaneamente al Poema sinfonico e hanno titoli bizzarri e fantasiosi che fanno intendere una grande libertà formale: Notturno, Capriccio, Scherzo, Improvviso, Rapsodia, Fantasia ecc.
Queste espressioni appartengono al Romanticisimo musicale, che fu caratterizzato da una grande voglia di rinnovamento basata sulla distruzione delle regole formali. Nelle composizioni romantiche il contenuto è considerato più importante del “contenitore” ( la forma) perciò il musicista rompe con le forme classiche. Il compositore distrugge le forme classiche, le reinventa a suo piacimento senza preoccuparsi di sfoggiare la sua abilità tecnica quanto piuttosto di esprimere se stesso e propri sentimenti.
Questa tendenza si è andata ancor più accentuando nel Novecento. Con la musica sperimentale e d’avanguardia si è giunti fino alla distruzione non solo della forma ma anche dei codici musicali (notazione, tonalità, ritmo, armonia ecc.)
Principali composizioni con cui musicisti cominciarono a distruggere le regole
Il diverso atteggiamento creativo che caratterizza le forme libere rispetto alle forme classiche è essenzialmente questo:
- Il compositore romantico scrive della musica per esprimere la sua realtà umana (sentimenti, speranze, ideali) e lasca che la forma si sviluppi liberamente.
- Il compositore classico, prima di scrivere la musica, decide preliminarmente quale forma essa avrà (Sonata, Minuetto, Rondò ecc.)
Forme libere:
- Improvviso: è un breve pezzo per pianoforte che dà un’impressione di improvvisazione estemporanea, cioè sembra inventato sul momento. È in forma libera e spesso è a carattere virtuosistico, molto veloce e tecnicamente difficile. Sono famosi gli Improvvisi di Chopin e di Schubert.
- Fantasia: anticamente il termine indicava una composizione polifonica basata sull’improvvisazione . Nell’Ottocento indicò u brano con uno svolgimento libero basato sull’immaginazione del compositore. I tempi si alternavano liberamente, intrecciando due o più temi diversi. Famose le Fantasie di Chopin, di Schumann.
- Scherzo: nel periodo classico aveva una forma rigorosamente tripartita e poteva essere inserito come terzo tempo nella Sinfonia, al posto di Minuetto. Chopin lo trasformò in una forma libera e pervasa di accenti drammatici senza nulla di scherzoso.
- Capriccio: nel Seicento era un tipo di composizione improvvisata ed estrosa. Nel Settecento e nell’Ottocento il termine fu usato per designare composizioni virtuosistiche, libere da schemi formali vagamente umoristiche. Famose i Capricci per violino di Paganini e il Capriccio italiano di Cajkovskij.
- Notturno: è una composizione per pianoforte creata nel periodo romantico dal musicista inglese John Field, ma divenuta famosa con Chopin. Ha svolgimento melodico ed espressione indefinita simile a un sogno, a volte calmo e sereno e volte interrotto da visioni tormentate e dolorose.
- Foglio d’album: è un breve pezzo di musica che aspira a essere una sorta di “pagina di diario” da tenere insieme ai ricordi più cari. La sua forma dipende totalmente dal gusto e dalla fantasia del compositore. Famosi il Foglio d’album Per Elisa di Beethoven e i 20 Fogli d’album di Schumann.
- Rapsodia: nell’antica Grecia era una composizione musicata e recitata da cantastorie girovaghi, i rapsodi. Nell’Ottocento indicò invece un brano strumentale libero da schemi e composto su motivi popolari, per revocare sentimenti patriottici. Sono famose le 19 Rapsodie ungheresi di Liszt.
Ulteriori informazioni consulta articolo: Forma musicale.
Frase musicale
Frase musicale è formata da uno o più motivi e la sua conclusione è generalmente indicata da una cadenza. La frase presenta una certa regolarità nel numero delle battute, che generalmente sono quattro o otto. La sua caratteristica principale è quella di venir avvertita come un elemento compiuto di pensiero musicale. Inoltre, a meno che essa non comunichi in qualche modo un senso di termine o di conclusione, generalmente implica la necessità di essere seguita da una nuova frase. Essa è ciò che segna l’inizio e la fine di un dato elemento melodico, e anche il punto di partenza per quello successivo. La fine della frase viene definita cadenza. La stessa parola suggerisce il significato di questo elemento musicale. Si tratta di una specie di segno di punteggiatura musicale, non una pausa ma qualcosa di più simile a un respiro.
Così come un discorso parlato è composto da diverse parti, anche la melodia può essere suddivisa in diverse sezioni, chiamate “frasi musicali”. Ogni frase musicale è il risultato del concatenamento di due o più semifrasi. Nella musica cantata ad ogni frase letteraria corrisponde generalmente una frase musicale , che viene evidenziata tramite una legatura di frase.
Ulteriori informazioni consulta: Il discorso musicale
Frazione metrica del tempo
La frazione metrica è l’indicazione di cui si serve il compositore per segnalare il metro scelto e la notazione adottata. Si tratta di due numeri posti uno sopra l’altro.
- Graficamente i due numeri non rappresentano una frazione perché non esiste la linea del fratto e non ;
- Mentre il numero superiore è un numero reale, il numero sottostante indica una figura musicale e si deve leggere con la frazione corrispondente il quattro sottostante indica il quarto o semiminima )
Il numero superiore (numeratore) indica il numero di movimenti o di suddivisioni all’interno di ogni battuta.
Il numero inferiore (denominatore) può indicare il valore di tempo o il valore di suddivisione di quel metro, vale a dire la figura scelta per rappresentare la singola pulsazione nella serie dei tempi o in quella delle suddivisioni. L’una o l’altra possibilità è legata al metro da rappresentare:
- se si tratta di un metro semplice, indica il valore di tempo
- nelle misure composte indica il valore di suddivisione.
Il numero utilizzato è convenzionalmente legato ad una figura musicale:
- 1 = semibreve o intero
- 2 = minima o mezzo
- 4 = semiminima o quarto
- 8 = croma o ottavo
- 16 = semicroma o sedicesimo
- 32 = biscroma o trentaduesimo
- 64 = semibiscroma o sessantaquattresimo
Ulteriori informazioni consulta: Valore (Figure musicali) – Durata, Denominatore, Battuta, Metro ritmico.