Legatura Legatura: di frase, di valore, di portamento Libretto d’opera
Legatura
I suoni possono verificarsi senza distacco e risultano essere suoni legati. In caso contrario risultano staccati. Il carattere del legato è flessibile, morbido, dolce, invece al contrario il carattere dello staccato è scintillante, pungente e certe volte anche brusco.
Il legato è indicato con una linea curva chiamata legatura.
La legatura può essere di tre generi: legatura di frase, legatura di portamento e legatura di valore.
Legature di frase (espressione)
Questa legatura unisce due o più note di posizione diversa e ha un valore espressivo. Indica in particolare che le note sotto la legatura devono venire suonate legate. Produce l’effetto di non disunire i suoni fra di loro. Le note sotto legatura devono essere suonate con una particolare dinamica, seguendo il naturale stile interpretativo del brano.
Nella notazione musicale, la legatura di frase è una linea curva posta sopra o sotto due note di differente altezza. Le unisce indicando che l’accento del suono è postato sulla prima nota e prolungato su tutte le altre senza sospensione fra esse.
Esempio di legature su una frase musicale.
È frequente anche il caso in cui una legatura di ampie dimensioni abbracci altre legature di più piccole dimensioni. La più ampia, che è una legatura di frase, segna la divisione dei periodi, delle frasi o delle mezze frasi, mentre le altre, che sono chiamate sotto-legature indicano le parti più piccole, come i frammenti di frase e gli incisi.
L. V. Beethoven, Klaviersonate op.31 n.3
S’intende che le sotto-legature in confronto alle altre legature hanno minore importanza e quindi devono avere una accentazione meno rivelante.
Legatura di portamento
La legatura di portamento è utilizzata come sinonimo di legatura di frase, anche se di solito quella di portamento riunisce un gruppo ridotto di note invece quella di frase raggruppa molte più note che rappresentano un’intera frase musicale.
Esempio di legature di portamento
Ulteriori informazioni consulta: Il discorso musicale
Legatura di valore – Prolungamento del suono
I sette valori musicali, sia di suono che di pausa, non bastano a soddisfare tutte le esigenze della scrittura musicale. A un compositore potrebbero servire anche suoni di valore diverso per esempio, di 9/4, o di 27/64. Per ottenere tutti i valori possibili, la semiografia musicale utilizza la legatura, il punto di valore e la corona.
Nella notazione musicale, la legatura di valore è utilizzata per sommare la durata di due o più note che hanno la stessa altezza. Per esempio, due minime legate hanno lo stesso valore di una semibreve.
Essa può essere usata come alternativa al punto di valore, a condizione che sia posta su due o più note della stessa altezza, e permette di unire tra loro anche valori molto diversi tra loro, come un Do3 semibreve con un Do3 semibiscroma. A differenza del punto di valore, la legatura di valore non è obbligata a procedere di metà in metà (1/4 puntato = 1/4+1/8) ma permette la creazione di valori del tutto nuovi e al servizio dell’espressione e della creazione compositiva.
Libretto d’opera
Il libretto è il testo , quasi sempre scritto in versi, e abbinato a un’opera musicale drammatica. Il libretto nasce per il melodramma, e come tale può ancora individuare anche il genere letterario. In virtù della sua efficienza e dimensione, richiama anche quei testi verbali che vengono utilizzati per le grandi forme vocali musicali seguenti, l’oratorio, la cantata, l’operetta.
Libretto accompagna opere, musical, maschere, corali e un vasto assortimento di altre forme di esecuzione musicale; sono semplicemente le parole che si accoppiano con la musica per dare vita a una storia.
La funzione del libretto, termine che è usato così com’è in quasi tutte le lingue, nella misura di un’opera musicale è molto variato. Oltre alle parole destinate ad essere cantate, include anche le didascalie e certe volte una prefazione e delle note. Il concetto del libretto è piuttosto antico, dato che gli umani hanno eseguito lavori di musica drammatica per centinaia di anni. Tuttavia, il libretto è nato davvero come una forma d’arte nel XVII secolo, quando un numero di eminenti librettisti ha iniziato a scrivere opere di prosa molto belle per accompagnare l’opera.
In genere, il librettista non è il compositore dell’opera, anche se ci sono alcune notevoli eccezioni a ad esempio Richard Wagner. La gran parte dei libretti proviene da opere letterarie già esistenti, talvolta classici della letteratura. Il libretto può essere scritto prima della musica o in collaborazione con il compositore mentre lavora su un brano e spesso richiede adattamenti frequenti e schizzinosi per adattarsi alla musica. Come accade per i libretti che Hugo von Hofmannsthal scrisse per Richard Strauss.
Collegamenti esterni
- libretto d’opera, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
- Libretto, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
- Sito librettidopera.it – Libretti d’opera italiani
- Testi di libretti d’opera di pubblico dominio – N.B.: le trascrizioni sono spesso errate, specie dal punto di vista metrico
- Cantare l’Opera Libretti d’opera di pubblico dominio scaricabili in formato pdf
- DALIBMUS Database dei libretti per musica a stampa pubblicati fino al 1850 (catalogo cumulativo dei fondi librettistici delle maggiori biblioteche mondiali)