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  • Come leggere il tabulato

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    Il tabulato e gli schemi degli accordi

     

        Per rappresentare gli accompagnamenti possiamo servirci del tabulato, contrassegnato dalla sigla TAB, che lo distingue dagli schemi della tastiera e degli accordi.

     

         Negli SCHEMI DEGLI ACCORDI le corde sono poste verticalmente, e i numeri indicano le dita da usare per premerle. Le linee orizzontali rappresentano i tasti, e X indica le corde da non suonare.

     

        Nel TABULATO le corde sono rappresentate orizzontalmente, e i numeri indicano i tasti su cui bisogna premerle. Le linee verticali rappresentano le battute; lo zero indica le corde da suonare a vuoto, senza premerle. Le corde che non recano nessun numero non vanno suonate.

    Gli Accompagnamenti

     

        Gli accompagnamenti non arpeggiati si descrivono con delle frecce, indicando gli accordi, per brevità, soltanto con le loro sigle, senza mettere numeri sul tabulato:

      Le corde non attraversate dalla freccia non si devono suonare. I movimenti in GIÙ si indicano con frecce dirette dalle corde più basse verso quelle più acute ( e cioè verso l’alto); viceversa per i movimenti in SU.

    Segni Convenzionali

     

       

        Questo è il tabulato, che serve a coloro che non sanno leggere la musica; le linee orizzontali raffigurano le corde. Le corde da pizzicare sono contrassegnate con un pallino: in questo caso sono rappresentate le note prodotte dalle corde a vuoto, riportate anche sul pentagramma. Gli esercizi per chitarra  presentati in questo sito saranno sempre riprodotti nelle due versioni: sul pentagramma e sul tabulato.

    Per consultare gli esercizi : “Tocco non appoggiato o libero

     

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  • Come tenere il plettro

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         È fondamentale avere una corretta impostazione della mano che tiene il plettro perché ci consentirà di acquisire agilità e scorrevolezza nelle esecuzioni. Occorre mantenere la mano rilassata, e lo sarà se appoggeremo l’avambraccio al piano superiore della chitarra. Il plettro è tenuto tra il pollice e l’indice e pizzica con la parte appuntita le corde.

     

        Occorre sempre un pò di tempo prima di sentirsi a proprio agio con il plettro in mano: poiché si ha l’impressione che sfugga, siamo tentati di stringerlo il più possibile, col risultato di ottenere suoni incerti, disomogenei, con un brutto timbro e disturbati da un eccessivo “rumore di plettro”; senza contare che affaticheremo il braccio rischiando anche qualche crampo.

     

    Gli errori da evitare

     

        Osservate le figure per controllare se lo impugnate correttamente. Tutta la mano deve risultare morbida, con le dita leggermente piegate; il pollice è dritto e si appoggia col polpastrello, sulla prima articolazione dell’indice: in mezzo si trova il plettro, grazie all’ampia superficie di contatto, resterà ben saldo tra le dita senza bisogno di stringere troppo.

     

    Se il pollice è piegato, come nella figura in alto, il plettro tende a sfuggire in quanto la punta del pollice non sarà sufficiente per trattenerlo.

     

     

        Lo stesso inconveniente si presenta quando l’indice è troppo piegato e il plettro si trova sotto l’articolazione del pollice, come mostra la figura sopra.

        Ora che teniamo il plettro nella posizione corretta dobbiamo evitare assolutamente di stringerlo per evitare di incidere negativamente sulla qualità dei suoni. Nella fase iniziale è più importante controllare la scorrevolezza delle pennate in su e in giù, che dipende soprattutto dalla morbidezza della mano.

        Il movimento deve venire dal polso, che va tenuto morbido, e non dalle dita né dal braccio, che resterà fermo e rilassato. Abbiamo cura di controllare l’angolazione del plettro, che deve essere parallelo alle corde, per evitare perdite di suono e “rumore di plettro”, e perpendicolare alla tavola armonica, affinché le pennate in giù e in su risuonino allo stesso modo.

        Infine, non cediamo alla tentazione di usare un plettro troppo morbido, che produce un suono fiacco e una perdita di volume.

     

     

     

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  • Backing Track

    Rock Country Backing Track D₅ – F₅

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  • Accordare la chitarra 🎸

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    Accordare la chitarra

     

     

     

    Accordare la chitarra significa fare in modo che ad ogni corda corrisponde il suono giusto. Ciò si ottiene con un’esatta tensione delle corde. 

    Anche una semplice variazione di temperatura può alterare questa tensione, perciò lo strumento deve essere costantemente accordato. 

    La tensione delle corde è regolata per mezzo delle chiavette (o meccaniche) che si trovano inserite nella paletta, posta all’estremità del manico.

    Se il suono prodotto dalla corda è più basso di quello voluto, bisogna girare la relativa chiavetta in avanti: così facendo la tensione aumenterà e il suono diventerà più acuto. Si procederà all’inverso per abbassarlo. Questa operazione, apparentemente difficile, diverrà col tempo naturale e di facile esecuzione. 

    Per accordare la chitarra è necessario un suono di riferimento: è la nota la. Possiamo ottenerla mediante uno strumento acustico: il diapason, in commercio nei due tipi “a percussione ” o “a fiato”. Il diapason è anch’esso, in un certo senso, uno strumento musicale creato per produrre una sola nota. Il suono che emette è infatti la nota LA. Il diapason è “ a fiato” e in pratica si tratta di un fischietto la cui intonazione può essere leggermente imprecisa. L’altro modello di diapason è quello “a percussione ” e si tratta di una forcella metallica (per intenderci a forma di U) che, fatta vibrare, emetterà l’esatta frequenza di produzione della nota LA. Questo tipo di diapason è quello più professionale, perché l’emissione del suono non è mai influenzata da fattori esterni.

    Per potere udire il suono del diapason a percussione avremo bisogno di una cassa acustica. Quindi percuotiamolo su una mano, oppure sul ginocchio, e in seguito appoggiamolo sulla cassa della nostra chitarra. Qualsiasi punto va bene, anche se la posizione migliore è in corrispondenza della buca, al centro del corpo dello strumento.

    Come accordare la chitarra classica e acustica 

    Le componenti fondamentali della chitarra, che vanno conosciute prima di poter pensare di cimentarsi nell’accordarla, sono le corde ed i cosiddetti tasti. Le corde sono sei, numerate dalla prima alla sesta. La prima corda è quella più sottile, la riconoscerete anche perché è quella che ha toni più acuti, la sesta invece è quella più spessa, in grado di produrre suoni più gravi.

    Le difficoltà iniziano quando non si dispone di un accordatore elettronico, dovendo quindi procedere con l’accordatura ad orecchio. Avremo in questo caso bisogno di un diapason, o di un altro strumento (come un pianoforte) che possa darci una nota precisa ed intonata. Con il diapason potremo riprodurre solo la nota La, che corrisponde alla quinta corda della chitarra, dovendo quindi partire da questa per intonare le restanti. Ascoltando il suono ottenuto, andremo a girare in senso orario o antiorario la meccanica della quinta corda finché la nota non risulta perfettamente identica a quella del diapason.

    1.

     

    Iniziamo ad accordare la chitarra: il diapason ci da la nota la e su questo suono intoniamo la quinta corda a vuoto (a vuoto significa che le dita della mano sinistra non devono pigiare sulle corde né sulla tastiera). Girando la chiavetta corrispondente a questa corda (in avanti per tendere ulteriormente la corda e quindi, alzare il suono; indietro per abbassarlo), cerchiamo di uguagliare i due suoni, cioè quello emesso dal diapason e quello ottenuto pizzicando la corda.

    2.

    Premere con l’indice la quinta corda al quinto tasto. Al suono ottenuto intonare la quarta corda a vuoto. Premendo la quinta corda in corrispondenza del quinto tasto otterremo la nota Re, che dovrà corrispondere a quella riprodotta dalla quarta corda suonata libera.

    3.

     

     

     

    Premere la quarta corda sempre al quinto tasto e intonare la terza corda a vuoto. Eseguiamo la stessa operazione, come prima, con la quarta corda (Re), premendo il quinto tasto per ottenere un Sol ed accordare così la terza corda

     

    4.

     

     

     

    Attenzione. Si passa al quarto tasto. Premere la terza corda al quarto tasto e intonare la seconda corda a vuoto.

    5.

     

     

     

    Si torna al quinto tasto. Premere la seconda corda al quinto tasto e intonare la prima corda (il cantino) a vuoto.

    6.

     

    Spostarsi al settimo tasto. Premere la quinta corda e intonare la sesta corda a vuoto. Oppure basta pizzicare la prima corda che è uguale alla sesta, solo che quest’ultima è due ottave sotto.  Per quest’ultimo passaggio occorre un orecchio ben sviluppato, si consiglia di provare a suonare contemporaneamente la prima corda e l’ultima finché i due suoni non risultano perfettamente in armonia. In alternativa, se disponiamo di un altro strumento già accordato, è possibile partire ad accordare la chitarra dalla sesta corda, proseguendo poi ad aggiustare la tensione delle successive come spiegato in precedenza

     

    L’accordatura relativa

     

    Con il termine di accordatura relativa ci riferiamo a una metodologia d’accordatura che non utilizza dei suoni di riferimento esterno per potare a termine il processo. Questa metodologia può essere utilizzata nel caso in cui si utilizzi la chitarra per suonare in solitudine. Vi basterà semplicemente far intercorrere tra le varie corde delle determinate distanze tra i toni. Invece, questa tecnica è fortemente sconsigliata nel caso in cui abbiate un ruolo all’interno di un gruppo musicale. Sebbene con questo metodo le corde produrranno suoni dall’adeguata distanza tonale, non si riuscirà a produrre la nota esatta che invece è richiesta. Per utilizzare questo metodo, inoltre, bisogna possedere un buon “orecchio relativo”, bisogna cioè essere in grado di riconoscere il numero di toni e semitoni che intercorrono tra un suono e un altro.

    Accordare la chitarra utilizzando gli armonici naturali

     

    Chi suona la chitarra da qualche tempo è a conoscenza del fatto che le sei corde di questo strumento, partendo dalla più bassa, sono rispettivamente le note MI, LA, RE, SOL, SI, MI. Inoltre, è probabile che sia nota la tecnica più utilizzata per accodare, cioè suonare il quinto tasto di una corda e far sì, girando le chiavi, che la prima corda libera successiva produca lo stesso suono. Questa tecnica non diversa molto da quella che sarà spiegata di seguito, che utilizza gli armonicial quinto ed al settimo tasto.

    Come prima cosa procuratevi un LA da una fonte esteriore. Per farlo potete benissimo utilizzare un diapason. Ottenuto quindi il LA, è necessario suonare l’armonico al quinto tasto della corda LA, che riproduce questa particolare nota. Questo suono deve quindi essere identico al suono emesso da qualunque altra fonte esterna utilizzata per ottenere il LA. Fatto ciò sarà quindi stata accordata la prima corda. A questo punto potete certamente pensare alle altre.

    Ricordate sempre che l’armonico al quinto tasto di una corda ha lo stesso suono dell’armonico al settimo tasto della successiva. Quindi, dopo aver accordato il LA, suonate l’armonico al settimo tasto del LA ed accordate la corda MI facendo si che il suono dell’armonico al quinto tasto sia uguale a questo. Lo stesso procedimento vale per le altre corde: il quinto tasto del LA deve corrispondere al settimo della corda RE ed il quinto del RE al settimo del SOL. Il quarto tasto della corda RE deve corrispondere al settimo della corda SI. Infine, il quinto tasto del SI deve essere uguale al settimo del MI.

    Ulteriori informazioni consulta: Armonici

     

    Usare un accordatore elettronico

     

    Il metodo, il più semplice ed immediato, è quello di utilizzare un accordatore elettronico: sarà sufficiente porre l’apparecchio sulla paletta della chitarra, fissandolo per mezzo dell’apposita molletta. Suonando le corde una per volta, vedremo comparire sullo schermo la nota a cui corrisponde il suono prodotto. Andremo quindi a tendere o ad allentare ogni corda fino a che l’accordatore non indicherà esattamente la nota che desideriamo.

    Come accordare la chitarra elettrica

     

    La chitarra elettrica, a differenza di quella acustica o classica, necessita di un’accordatura più scrupolosa. Essa infatti dipende anche da altri elementi. Ad esempio, dal tiraggio delle viti che regolano la distanza delle corde. Oppure dalla tastiera e dai pick-up. Ed anche dall’avanzamento di ognuno dei ponticelli che formano il ponte. Per accordare la chitarra elettrica, si possono scegliere diverse tecniche. Esistono difatti quelle tradizionali o quelle tecnologiche. Qui di seguito ne vedremo alcune delle più significative.

     

    Accordare la chitarra elettrica con il diapason

     

    Per accordare la chitarra elettrica, il diapason è il metodo più lungo e complesso. Ciò nonostante, è bene conoscerlo per qualsiasi evenienza. Sarà senz’altro utile in caso di qualche guasto o disguido di un accordatore di “ultima generazione”.  Il metodo tradizionale del diapason si effettua con l’utilizzo dell’omonimo strumento. Si tratta di un oggetto di metallo a forma di “Y” che emette la nota LA, una volta percosso. Per accordare la chitarra elettrica, bisognerà pizzicare la quinta corda (LA). Il tutto finché questa non emetterà la stessa nota emessa dal diapason (un’ottava più sotto). A questo punto, si premerà la quinta corda al quinto tasto, ottenendo un RE. Grazie a questa nota, si potrà accordare la quarta corda. La si suonerà prima a vuoto, modificando la tiratura della corda per il risultato della nota corrispondente. Adesso si premerà la quarta corda al quinto tasto, con l’esito di un SOL tramite il quale si può accordare la terza corda. Proseguendo, si premerà la terza corda al quarto tasto. Ed ecco la nota SI per accordare la seconda corda. La pressione poi andrà sulla seconda corda al quinto tasto, con il risultato del MI per la prima corda (MI cantino). Rimane infine la sesta corda, che dovrà emettere la stessa nota della prima (MI). Ma di due ottave più sotto.

     

    Accordare la chitarra elettrica con l’accordatore

     

    Per accordare una chitarra elettrica, l’utilizzo di un accordatore è il sistema più rapido. Basterà l’inserimento del cavo jack della chitarra elettrica nell’accordatore. Sia con l’uscita dell’amplificatore o della stessa chitarra. Il sistema analizzerà il suono emesso, mostrando con dei led, degli aghi o altro la perfetta accordatura di ogni corda. La sua velocità e comodità lo rende pratico anche per accordature particolari. Inoltre l’accordatore consente un rapido controllo prima di ogni esibizione.

     

    Accordare con i video e gli audio files del web

     

    Se non si è in possesso di diapason ne di accordatore, si può ugualmente accordare una chitarra elettrica. Con delle semplici ricerche sul web, si troveranno parecchi video ed audio files con le note di accordatura. Per poterle così ricreare sulle corde della chitarra elettrica. Con la disponibilità di una scheda audio, si possono anche sfruttare dei programmi in grado di trasformare il PC in un accordatore digitale.

     

    Non dimenticare mai:

     

    • Girate le meccaniche senza sforzare troppo per non rischiare di rompere le corde.
    • Badare  ad accordare lo strumento molto spesso, soprattutto quando le corde sono nuove e da poco montate.
    • Se una corda oppone troppa resistenza mentre giri la chiave per alzare il tono, fermati o rischi di spezzarla! (in questo caso allenta la sesta corda – Mi basso – e ricomincia da capo).
    • Se non possiedi un buon orecchio relativo, non provare ad accordare la chitarra senza un suono di riferimento, perderesti solo tempo!

    Per suonare con altri, è necessario che tutti gli strumenti siano accordati secondo lo stesso suono di riferimento, di conseguenza per accordare la chitarra avrete bisogno di un altro strumento che produca un suono chiaro a cui fare riferimento, come un pianoforte, un diapason o un accordatore. Se avete a disposizione un pianoforte vi basterà regolare le note delle corde a vuoto con i tasti corrispondenti del pianoforte. Utilizzando un accordatore elettronico si ottengono i risultati migliori in tempi rapidi: questo strumento è in grado di riconoscere il suono che state producendo e di indicarvi se c’è bisogno di allentare la corda o stringerla. 

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  • Tutorial

    TRE LICK PER CHITARRA ROCK

    https://antoniopisacane.com/tre-lick-per-chitarra-rock/

     

    RIFF  N.1: Funky Blues degli ZZ Top

    REGISTRO  DEL  RIFF

    Funzione: riff principale di una canzone funky blues. Funziona bene anche come vamp per un assolo.

    Tecnica: usare un leggero palm mute per le note basse ( come il La vuoto) in modo che restino brevi e non coprano la melodia del riff.

    Contenuto armonico: nel vero stile del blues-rock, la terza (maggiore o minore) viene evitata, così da creare un’ambiguità armonica.

    Anticipate la prima nota di ogni battuta sul levare della battuta precedente. Se questa nota viene suonata per errore sul battere, il riff perderà la sincope che lo rende interessante e trascinante.

    RIFF N.2: Stile Beatles

    REGISTRO DEL RIFF

    Funzione: semplice riff di due battute con una resa decisamente migliore rispetto alla somma delle sue parti quando viene suonato con una chitarra elettrica a dodici corde.

    Tecnica: il modello di arpeggio risulta migliore quando viene eseguito con la pennata alternata sugli ottavi.

    Contenuto armonico: arpeggio di Mi minore con l’aggiunta della seconda maggiore e della nona maggiore come note di passaggio. Il riff si conclude sulla settima minore per creare una “spinta” verso la tonica nel ritornello.

    Non tutte le note dell’accordo di Mi min vengono suonate; non c’è bisogno, quindi ,di diteggiare la nota sulla quinta corda.

    RIFF  N.3: La Frase Conclusiva

    REGISTRO DEL RIFF

    Funzione: conclusione per un assolo o per un intero brano, basata sull’accordo di tonica.

    Tecnica: usate sempre la pennata alternata per ottenere fluidità, swing e precisione ritmica.

    Contenuto armonico: voicing acuti di terza maggiore e minore sull’accordo di settima di dominante, che funzionano bene anche sull’accordo maggiore di tonica, dato che la settima minore non è presente.

    Spostatevi velocemente lungo il manico per suonare il sol acuto sull’ottavo tasto. Tenete corta la nota precedente per guadagnare più tempo per il cambio di posizione.

     

     

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