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  • Consigli pratici di maestri del passato per lo studio del pianoforte

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    ATTACCO DEL TASTO

    L’intero meccanismo dei tasti è connesso in modo che le corde suonano bene solo se:

    1. si tocca il tasto perpendicolarmente. Cioè dall’alto in giù, proprio nel mezzo (perciò né obliquamente né da un lato); ogni tasto è premuto con forza tale da far suonare distintamente ogni nota;
    2. prima di toccare il tasto non si alza troppo il dito, chè altrimenti, insieme col suono, si sentirebbe anche il suono sul tasto;
    3. la mano e il braccio anche nel fortissimo non saltella, nè pesta, nè vacilla;
    4. finalmente queste regole si osservano tanto nei passi di agilità, come nei salti, nelle estensioni e nei movimenti lenti.

    C. CZERNY, Lettere

    LO STUDIO DEI BRANI

       Un concertista non può suonare meccanicamente i pezzi studiati in precedenza. È un processo reale e inevitabile. Mi sembra di poter dire che la crescita di un pezzo inizia solo dopo la seconda esecuzione, per quanto sia stato studiato. In questo modo è difficile capire se un pezzo che è stato eseguito in concerto per un determinato numero di volte raggiunge un certo livello, come dire, tale da poter essere messo da parte per un po’ di tempo. Effettivamente, quando si torna su un pezzo di musica lo si rivede da capo, perché non si può suonare lo stesso pezzo nello stesso modo persino in due concerti  tenuti in due giorni consecutivi. L’esecuzione sarà sicuramente diversa. E dopo un lungo intervallo si ritorna ad un pezzo musicale partendo da un livello completamente diverso. Trovare nuovi significati è fondamentale a che il pezzo si sviluppi e cresca; questo significa che il pezzo continuerà a vivere. In caso contrario è la morte del brano.

    Grigory Sokolov – Lo studio dei brani

    L’USO DEL PEDALE

       Hummel che sapeva ottenere una cosi bella sonorità, usava pocchissimo il pedale e raccomandava ai suoi allievi di servirsene rarissimamente.
    Thalberg e Chopin, l’adoperavano invece quasi incessantemente e con un’abilità straordinaria.

    A. F. Marmontel, L’ èducation musicale

     

    INTENSITA’

       Il grado di forza di una nota dipende dalla maggiore o minore velocità impartita al tasto durante la sua discesa.

    T, Matthay, L’arte del tocco

     

    INTERPRETAZIONE

        Non credere che la vera maestria consista solo nell’agilità.
    Cerca piuttosto di produrre nell’esecuzione di un pezzo quell’impressione che aveva in mente il compositore, e non altro.
    IL DI PIU’ SAREBBE CARICATURA.

    R. Schumann, Musikalische regeln

     

    IL TEMPO RUBATO

       Il tempo rubato esige un forte intuito critico, una grande sicurezza di discernimento e molto sentimento.

    C.P. E. Bach

     

    EDUCAZIONE ARTISTICA

        Vi è una cosa di cui tutti hanno bisogno come il pane quotidiano: Di BACH e sempre di BACH! La coscienza di questo si fa per fortuna sempre piu’ strada.

    R. M. Breithaupt, Die naturliche klaviertechnik

     

    IL MAESTRO

        Le qualità da ricercarsi nel maestro al principio dello studio sono: la completa conoscenza della materia, l’esperienza, lo spirito metodico, la buona educazione, la moralità, la piacevolezza del carattere, la pazienza, il sentimento del dovere e una certa abilità di esecuzione.

    J. Romeu, L’art du pianiste

     

    IMPORTANZA DELLA TECNICA

        Quanto piu’ presto il meccanismo puo’ passare in seconda linea, tanto piu’ presto anche in sentimento individuale e artistico puo’ nascere e prendere il suo slancio.

    I. Moscheles

     

    SCELTA DEI PEZZI

        Non aiutare a diffondere le cattive composizioni (interpretazioni), al contrario devi contribuire a sopprimerle.

    R. Schumann, Musikalische regeln

     

    IL RUOLO DELL’ INTERPRETE

        «sta nascendo in tutti i campi dell’arte un nuovo tipo di interprete, che è la negazione dell’arbitrarietà, della ricerca del sensazionale, così tipiche del XIX secolo. Credo che questo fenomeno si possa ascrivere alla ricerca che oggi è in atto di un modo più sincero e corretto di interpretare. Un’opera d’arte – me lo lasci dire – non dovrebbe essere un pretesto per l’artista di esternare i propri sentimenti; ma neppure si dovrebbe usare l’opera d’arte per mettersi in mostra. L’interprete ha in realtà il sacro dovere di porgere intatto il pensiero del compositore.»

    CLAUDIO ARRAU

     

    LETTURA A PRIMA VISTA

        Una delle qualità principali di un buon lettore a prima vista, consiste a non fermarsi nè riprendersi.
    Bisogna saper sbagliare in tempo, scansare i passaggi o i movimenti troppo difficili, semplificare, abbandonare per un momento se non si ha miglior risorsa, la lettura d’un mano, per poi riprendere di nuovo.
    Gli sbagli piu’ gravi e deplorevoli sono, di fermarsi, di balbettare, di battere e ribattere le medesime note.

    A. Marmontel, Conseils

     

    IMPORTANZA DELLA TECNICA

        La prima condizione della padronanza in tutte le arti, è il perfetto dominio della tecnica.

    C. Czerny, la scuola del concertista

     

    ESPRESSIONE

        Si fa una differenza, e con ragione, dell‘esecuzione corretta a quella che chiamasi esecuzione bella.
    A questa si suol dare anche il nome di espressione, quantunque, a mio parere, inesatto. L’esecuzione corretta si riferisce al mecanismo del suono, e questo puo’ ben indicarsi con segni di convenzione.
        L‘esecuzione bella é relativa alla ritondezza, alla grazia, al gusto ed alla precisione convenevole ad ogni pezzo di musica, ad ogni frase, specialmente negli abbellimenti; qualità non suscettibili d‘un indicazione affatto determinata. L‘espressione sta in rapporto diretto con il sentimento, e fa palese nell‘artista la prontezza e la facoltà di cogliere quanto il compositore senti scrivendo, sentirlo egli stesso, e portarlo al cuore dell’ascoltatore.
        L‘espressione puo’ essere risvegliata, ma che né imparare
    si puo’ né insegnare, dovendo essa già esistere nell‘anima, e da questa comunicarsi immediatamente al suono;
    quindi l’impossibilità di discuterla.

    J.N.Hummel, L’Ausfiuhrlich theoretisch — practische Anweisung zum Pianofortespiel

     

    ESECUZIONE

       L’esecuzione veramente perfetta non si riconoscerà se quando la tradizione si accordi con la individualità dell’ esecutore e se non quando la natura del compositore che ha composto un’opera, sia divenuta la natura di colui che ce la fa udire.

    J. Kleczynski

     
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  • Il Suono

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     Il Suono

     

        In principio, ė lecito supporre , era il silenzio. Era silenzio perché non c’era moto alcuno e di conseguenza nessuna vibrazione poteva mettere l’ aria in movimento, fenomeno questo di importanza fondamentale per la produzione del suono. La creazione del mondo, in qualunque modo sia avvenuta, deve essere stata accompagnata dal moto e pertanto dal suono. Forse è questa la ragione per cui la musica, presso i popoli primitivi, ha tale magica importanza da essere spesso connessa a significati di vita e di morte. Proprio la sua storia insegna che la musica ha serbato il suo significato trascendentale.

         Il suono ( dal latino sonus = sensazione percepita dall’udito) é un fenomeno acustico prodotto dalle vibrazioni periodiche dei corpi elastici. Per es. la vibrazione dina corda, la pelle di un tamburo. Se la vibrazione é regolare, il suono che ne risulta è musicale e costituisce una nota di altezza determinata; se é irregolare, il risultato è il rumore.

         Ogni suono ha tre proprietà caratteristiche. Prendiamo un esempio tratto dalla vita di ogni giorno. Passeggiando per la strada, noi ascoltiamo più suoni contemporaneamente; automobili ?, motociclette ?, aereoplani, apparecchi radio, persone che camminano e chiacchierano producono simultaneamente suoni che possono essere gradatamente più alti e più bassi, più forti e più tenui. Col nostro orecchio facciamo un automatica distinzione tra la voce acuta di un bimbo ? e quella grave di un uomo, fra il rombo di un aereo e il ronzio del traffico, e riconosciamo se la melodia che ci giunge da una radio é suonata da una tromba o da un violino. Così noi incosciamente selezioniamo le tre qualità del suono: altezza , intensità e timbro. 

     

    Altezza

     

        L’altezza è la qualità per la quale un suono è più o meno acuto di un altro e dipende dal numero di vibrazioni (frequenza) che il corpo sonoro che lo produce compie in un minuto secondo; si dice che é più acuto il suono che è dato da un numero maggiore di vibrazioni, meno acuto quello che é dato da un numero minore.

     

    Intensità

     

        Abbiamo visto quindi che l’altezza di una nota dipende totalmente dalla frequenza della sua vibrazione. L’intensità di una nota dipende dall’ampiezza della vibrazione. L’ intensità è la qualità per cui un suono è più o meno forte di un altro avente o non la medesima altezza. Lo stesso suono, per es. nel pianoforte, avrà un intensità diversa a seconda che verrà prodotto colpendo il tasto con leggerezza oppure battendolo con forza, pur restando uguale, in entrambi i casi , il numero delle vibrazioni. L’ intensità dipende quindi dall’ampiezza delle vibrazioni ed é indipendente dal numero delle vibrazioni stesse.

     

    Timbro

     

       Il timbro definisce la differenza di colore musicale tra una nota suonata su strumenti differenti o cantata da voci diverse. In tal modo il “colore” di una nota ci permette di distinguere tra vari strumenti che suonano la stessa melodia. Perché? La risposta ci conduce ad uno dei più affascinanti fenomeni dell’acustica, gli armonici. La frequenza caratteristica di una nota è solo quella della fondamentale di una serie di altre note che sono simultaneamente presenti sulla nota base. Queste note sono chiamate armonici ( o suoni parziali o ipertoni) . La ragione per cui gli armonici non sono distintamente udibili, è che la loro intensità è minore di quella della nota fondamentale. Ma essi sono importanti perché determinano il timbro di una nota, è al tempo stesso danno chiarezza e smalto al suono. Ciò che ci permette di fare distinzione fra il timbro, ad esempio, di un oboe e di un corno é la diversa intensità dei vari armonici presenti sulle note reali che essi producono.

     

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