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  • Il discorso musicale

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           Il discorso musicale

     

        Come nel linguaggio parlato il discorso nasce dalla coordinazione logica di parole atte ad esprimere il nostro pensiero, così in musica esso nasce dalla coordinazione di elementi ritmici, armonici melodici – vari fra loro per grandezza (estensione metrica) e compiutezza d’idea (funzione logica) – atti ad esprimere il pensiero dell’artista creatore

    La costruzione di un brano musicale può essere paragonata a quella di un discorso verbale

    Il brano musicale e quello verbale hanno diversi elementi in comune:

    • L’espressività dei suoni
    • L’aspetto ritmico
    • L’organizzazione strutturale                                    

    L’espressività del linguaggio verbale si manifesta attraverso:

    • Il tono della voce ( calmo, agitato, arrabbiato, ironico )
    • I movimenti gestuali
    • L’espressione del viso

    L’aspetto espressivo della musica si manifesta attraverso:

    • Il timbro dello strumento musicale utilizzato
    • L’andamento della linea melodica
    • La dinamica (piano, forte, crescendo, diminuendo )

    L’aspetto ritmico del linguaggio verbale è evidente soprattutto nella poesia:

    • Frasi costruite con lo stesso numero di sillabe
    • Utilizzo degli accenti per scandire il ritmo

    Il ritmo è una delle caratteristiche più importanti del linguaggio musicale:

    La musica è come un discorso fatto di suoni invece che di parole. Ascoltando una melodia abbiamo la sensazione di una successione di pensieri espressi non con le parole ma con la musica. Anche la melodia quindi, come il discorso verbale, deve manifestare una struttura ben precisa in cui ogni elemento musicale trova una sua precisa giustificazione.

    La frase è una idea musicale-melodia. Di solito una melodia è composta da una frase-domanda che termina su una nota diversa dalla tonica, e da una frase-risposta che termina invece sulla tonica. Le legature dividono la musica in frasi. (Non sempre le frasi sono esattamente segnate). Alla fine della legatura si alza dolcemente il polso, c’è una sospensione/respiro. Si incomincia la frase successiva con un nuovo movimento della mano. Attenzione a non cambiare il ritmo.

     

          Lo schema costruttivo di un brano musicale si chiama “forma

    La forma è la struttura con la quale si organizzano i vari elementi che costituiscono il brano musicale.

    Le parti del pensiero musicale dopo i quali viene fatta una sospensione sono gli incisi, semifrasi o frasi periodo.

    La parte più piccola del discorso musicale si chiama inciso.

    Per distinguere i vari elementi di un brano musicale ci possiamo basare su questi criteri:

    • Uguaglianza ( parti uguali tra di loro)
    • Differenza (parti differenti tra di loro)
    • Somiglianza (parti simili tra di loro)

    Per schematizzare la forma di un brano musicale si usano le lettere dell’alfabeto.

    • Gli episodi uguali vengono rappresentati da lettere uguali
    • Gli episodi diversi con lettere diverse
    • Per gli episodi somiglianti si useranno lettere con gli apici in alto a destra

    Le frasi sono rappresentate da lettere minuscole. I periodi sono rappresentati da lettere maiuscole.

    Nella canzone “Oh Susanna” sono presenti i tre tipi di episodi musicali:

        

    L’inciso

    Il motivo iniziale di un brano è detto anche inciso. L’inciso è una figura melodica (o ritmica) formata da un insieme di due o più note.Rappresenta il frammento significativo più piccolo del discorso musicale. Esso corrisponde generalmente allo spazio di una battuta, ma può trovarsi anche a cavallo di due battute successive.

     
                                    
     

         La semifrase

         L’avvicinamento di più incisi forma la semifrase. Gli incisi possono avere funzioni differenti all’interno della semifrase. Solitamente il primo si presenta come una ‘proposta’ di un breve frammento melodico, mentre il secondo come ‘risposta’. La risposta può essere ‘affermativa’, se ritmicamente simile alla proposta, oppure ‘negativa’ quando è di carattere contrastante.
     
     
                                                             

           La frase

     
     
         Così come un discorso parlato è composto da diverse parti, anche la melodia può essere suddivisa in diverse sezioni, chiamate “frasi musicali”. Ogni frase musicale è il risultato del concatenamento di due o più semifrasi. Nella musica cantata ad ogni frase letteraria corrisponde generalmente una frase musicale , che viene evidenziata tramite una legatura di frase.

        La melodia iniziale del celebre duetto “Là ci darem la mano”, tratto dall’opera “Don Giovanni” di Mozart, è formata da due frasi musicali, suddivise a loro volta in due semifrasi. Ogni elemento del discorso musicale trova un’esatta corrispondenza nel testo letterario.

     

     

     

          Il periodo

     

    Una melodia costituita da due o tre frasi musicali è definita “periodo musicale”. Quando il periodo è composto da due frasi musicali viene definito ‘binario’. Il periodo può tuttavia essere composto anche da tre frasi e in questo caso si dice che è ‘ternario’.

    In ‘Per Elisa’ di Beethoven la melodia principale occupa otto battute e corrisponde ad un “periodo musicale”. Questo periodo è composto da due frasi di quattro battute che iniziano entrambe con lo stesso frammento melodico. In questo caso il periodo musicale è di tipo binario.

     

           
     
     
           In ‘Blowing in the wind’ di Bob Dylan la melodia principale occupa 24 battute e corrisponde ad un “periodo musicale”. Questo periodo è composto da tre frasi di otto battute. In questo caso il periodo musicale è di tipo ternario.
     
     
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  • Il Suono

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     Il Suono

     

        In principio, ė lecito supporre , era il silenzio. Era silenzio perché non c’era moto alcuno e di conseguenza nessuna vibrazione poteva mettere l’ aria in movimento, fenomeno questo di importanza fondamentale per la produzione del suono. La creazione del mondo, in qualunque modo sia avvenuta, deve essere stata accompagnata dal moto e pertanto dal suono. Forse è questa la ragione per cui la musica, presso i popoli primitivi, ha tale magica importanza da essere spesso connessa a significati di vita e di morte. Proprio la sua storia insegna che la musica ha serbato il suo significato trascendentale.

         Il suono ( dal latino sonus = sensazione percepita dall’udito) é un fenomeno acustico prodotto dalle vibrazioni periodiche dei corpi elastici. Per es. la vibrazione dina corda, la pelle di un tamburo. Se la vibrazione é regolare, il suono che ne risulta è musicale e costituisce una nota di altezza determinata; se é irregolare, il risultato è il rumore.

         Ogni suono ha tre proprietà caratteristiche. Prendiamo un esempio tratto dalla vita di ogni giorno. Passeggiando per la strada, noi ascoltiamo più suoni contemporaneamente; automobili ?, motociclette ?, aereoplani, apparecchi radio, persone che camminano e chiacchierano producono simultaneamente suoni che possono essere gradatamente più alti e più bassi, più forti e più tenui. Col nostro orecchio facciamo un automatica distinzione tra la voce acuta di un bimbo ? e quella grave di un uomo, fra il rombo di un aereo e il ronzio del traffico, e riconosciamo se la melodia che ci giunge da una radio é suonata da una tromba o da un violino. Così noi incosciamente selezioniamo le tre qualità del suono: altezza , intensità e timbro. 

     

    Altezza

     

        L’altezza è la qualità per la quale un suono è più o meno acuto di un altro e dipende dal numero di vibrazioni (frequenza) che il corpo sonoro che lo produce compie in un minuto secondo; si dice che é più acuto il suono che è dato da un numero maggiore di vibrazioni, meno acuto quello che é dato da un numero minore.

     

    Intensità

     

        Abbiamo visto quindi che l’altezza di una nota dipende totalmente dalla frequenza della sua vibrazione. L’intensità di una nota dipende dall’ampiezza della vibrazione. L’ intensità è la qualità per cui un suono è più o meno forte di un altro avente o non la medesima altezza. Lo stesso suono, per es. nel pianoforte, avrà un intensità diversa a seconda che verrà prodotto colpendo il tasto con leggerezza oppure battendolo con forza, pur restando uguale, in entrambi i casi , il numero delle vibrazioni. L’ intensità dipende quindi dall’ampiezza delle vibrazioni ed é indipendente dal numero delle vibrazioni stesse.

     

    Timbro

     

       Il timbro definisce la differenza di colore musicale tra una nota suonata su strumenti differenti o cantata da voci diverse. In tal modo il “colore” di una nota ci permette di distinguere tra vari strumenti che suonano la stessa melodia. Perché? La risposta ci conduce ad uno dei più affascinanti fenomeni dell’acustica, gli armonici. La frequenza caratteristica di una nota è solo quella della fondamentale di una serie di altre note che sono simultaneamente presenti sulla nota base. Queste note sono chiamate armonici ( o suoni parziali o ipertoni) . La ragione per cui gli armonici non sono distintamente udibili, è che la loro intensità è minore di quella della nota fondamentale. Ma essi sono importanti perché determinano il timbro di una nota, è al tempo stesso danno chiarezza e smalto al suono. Ciò che ci permette di fare distinzione fra il timbro, ad esempio, di un oboe e di un corno é la diversa intensità dei vari armonici presenti sulle note reali che essi producono.

     

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